Montalcino - Siena
Roberto Cipresso, originario di Bassano del Grappa, inizia la propria carriera di winemaker nel 1987 a Montalcino, dove si stabilisce e lavora per alcuni dei più noti produttori, come Case Basse, Poggio Antico, Ciacci Piccolomini d’Aragona.
Dopo i primi successi personali, la sua attività si estende anche ad altre zone della Toscana, e ad aziende collocate nelle più importanti regioni italiane; al 1999 risale la nascita di Winemaking, il suo gruppo di consulenza agronomica ed enologica.
Il suo percorso professionale ha visto e vede anche collaborazioni con alcune aziende straniere. Tra le realtà argentine citiamo la prestigiosa Achaval-Ferrer in passato, e adesso Matervini; in Brasile, il progetto Bueno Bellavista; nell'ultimo periodo, ha poi finalmente potuto soddisfare il suo desiderio di confrontarsi con il Tempranillo grazie alla nuova collaborazione con i Vinos de La Luz in Argentina ed in Spagna.
E’ creatore e guida del progetto Winecircus, cantina-laboratorio che, grazie alla possibilità di usufruire di vigneti particolari e di una nuovissima sede alle porte di Montalcino, è dedicata allo svolgimento di attività di ricerca orientate ai diversi aspetti della vitivinicoltura, in collaborazione con le Università di Padova, di Torino, di Venezia, di Pisa, di Firenze, di Udine e di Palermo. L'avventura del Winecircus lo vede attivo a fianco del fratello Gianfranco e dell'amico Santiago Achaval.
Partecipa frequentemente come relatore a convegni nazionali ed internazionali di natura tecnico-scientifica. Nel 2000, in occasione del Giubileo, esegue la Cuvée speciale per il Papa Giovanni Paolo II. Tra gli altri importanti riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera, nel Giugno 2006 viene proclamato Miglior Enologo Italiano nell’ambito della manifestazione “Oscar del Vino 2006”. Nel 2007 riceve il premio Luigi Veronelli come “Miglior Scrittore Italiano di Enogastronomia”. Nel 2008 la rivista Men’s Health lo elegge “Uomo dell’Anno” nella categoria “Food”. Nel 2009 riceve lo Special Award come “Miglior Enologo Italiano nel Mondo” al Merano Wine Festival. Nel 2015 è celebrato tra i 10 migliori enologi nel Cult del Merano Wine Festival.
I suoi tre libri, “Il Romanzo del Vino”, “Vinosofia”, “Vineide”, scritti in collaborazione con Giovanni Negri (e nel primo caso anche con Stefano Milioni, che cura il glossario de “Il Romanzo del Vino”), vengono pubblicati rispettivamente il 27 Settembre 2006, il 12 Ottobre 2008 e il 23 settembre 2009.
Nell’Aprile 2010 incontra il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, e riceve l’incarico da “Città del Vino” per la produzione del vino speciale in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Dal Febbraio 2010 è Accademico Corrispondente per l’Accademia Nazionale di Agricoltura.
Il 30 Luglio 2014, è nominato membro del Comitato Scientifico dell'Ente Vini - Enoteca Italiana.
Nel 2013, Roberto da il via ad una nuova avventura, con la produzione del suo primo Brunello di Montalcino. Le uve provengono da un appezzamento dal grande valore affettivo, perché proprio al fianco del resort di Poggio al Sole, nel cuore della campagna montalcinese, tra le frazioni di Castelnuovo dell’Abate e Sant’Angelo in Colle. Il posto, incantevole, nasce proprio come una sorta di “rifugio dell’anima” per Roberto, ma è anche pensato come un punto di incontro per gli appassionati di uve e di vino provenienti da tutto il mondo, che qui hanno modo di confrontare le proprie esperienze, e di scambiarsi consigli e opinioni. Il primo Rosso di Montalcino, è invece annata 2016.
Sempre nel 2016 Roberto da vita, con il fratello Gianfranco, al progetto Cipresso 43, per la produzione dei vini da vitigni autoctoni coltivati lungo il medesimo parallelo - che idealmente per l'autore rappresenta l'eccellenza dei vini dell'area del Mediterraneo - e sui due mari, Tirreno ed Adriatico, ai lati opposti della penisola italiana.
L’azienda:
Tutto ha avuto inizio quando, oltre venti anni fa, Roberto Cipresso decide di acquistare e restaurare il rudere di un antico casale in uno dei posti più belli della campagna di Montalcino, tra Castelnuovo dell’Abate e Sant’Angelo in colle, con una vista incantevole verso il Monte Amiata. La casa di Poggio al Sole, adesso un magnifico Resort dedicato ad ospitare appassionati di vite e di vino provenienti da tutto il mondo, è appunto affiancata dal vigneto – un gioiello di appena un ettaro di estensione – che produce le uve destinate al Brunello di Montalcino; il Rosso invece, si ottiene dal frutto di un altro appezzamento, anch’esso dalla superficie inferiore all’ettaro e dall’estetica estremamente suggestiva, collocato nei pressi dell’Abbazia di Sant’Antimo. Le prime annate prodotte sono rispettivamente il 2013 per il Brunello ed il 2016 per il Rosso, e la loro etichetta, con la cornice fiorita associata alle figure del quadrato e del cerchio, richiama idealmente un’avventura del passato – un’azienda fondata a Montalcino da Roberto con alcuni soci nel 1992 - così come alcuni simboli cari alla storia della linea dei vini sperimentali di Roberto, seppur in un quadro più elegante ed autorevole.
La filosofia di produzione:
I vigneti sono stati impiantati in due terroir differenti tra loro per composizione dei suoli, giacitura, esposizione, requisiti climatici. Entrambi prevedono produzioni unitarie molto basse, appena una bottiglia per pianta, ed una gestione agronomica attenta ed accurata. Quest’ultima, pur non facendo riferimento né al regime biologico né a quello biodinamico, è però ispirata, sebbene appunto senza etichette specifiche in tal senso, al massimo rispetto per i naturali equilibri dell’agro ecosistema e al conseguimento della maggiore sostenibilità possibile – parametro quest’ultimo, a differenza di altri, facilmente misurabile grazie a specifici programmi, dei quali l’azienda si avvale. Le diverse operazioni enologiche hanno luogo nella cantina/laboratorio di Roberto Cipresso alle porte di Montalcino, dove la disponibilità di ampi spazi di lavoro e di attrezzature di assoluta avanguardia si associa alla cura dei dettagli e all’attenzione proprie del lavoro artigianale. Le pratiche di cantina, così come gli interventi agronomici, sono estremamente flessibili in funzione della variabilità delle diverse annate climatiche e dello stato delle uve raccolte ogni anno, con l’obiettivo di ottenere dei vini che siano il riflesso più fedele possibile del terroir di provenienza, della personalità del loro autore, e del paesaggio incantevole al quale appartengono.
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